domenica 8 gennaio 2012

Micropropagazione del Carciofo


Tra le tecniche di propagazione del carciofo la coltura in vitro mira all’ottenimento di materiale esente da fitopatie, in particolare funghi, batteri e virus e al raggiungimento di tassi di moltiplicazione più elevati rispetto a quelli ottenibili con i metodi tradizionali. La coltura in vitro viene condotta in condizioni asettiche e con l’impiego di celle climatiche con parametri ambientali controllati: fotoperiodo di 16 ore di luce e 8 di buio, illuminazione di 4000 lux e temperatura di 22 ± 1 °C. Il materiale di partenza è costituito da apici vegetativi di carducci dai quali viene prelevato l’apice meristematico, delle dimensioni di circa 0.5 mm. Le dimensioni dell’espianto sono di notevole rilevanza ai fini del risanamento poiché il successo della tecnica è basato sull’utilizzo di porzioni di pianta dove la probabilità di presenza dei virus è minima. Gli apici meristematici vengono posti in vitro e, attraverso una serie di passaggi su substrati differenti per il tipo di ormoni, si arriva alla rigenerazione di piantine complete.

Vantaggi: alti tassi di moltiplicazione di piante virus esenti
Svantaggi: Le plantule risultano, nella fase di accrescimento, più sensibili ad attacchi virali rispetto al materiale di norma utilizzato per la propagazione. Inoltre, nelle cultivar precoci tale importante caratteristica non viene più esaltata.

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