venerdì 25 marzo 2011

Assenza giustificata

Ciao a tutti. Lo so è un po' che non mi faccio vivo ma vi assicurò che non potevo fare diversamente. Sto ultimando la tesi, proprio sulla micropropagazione in vitro, e l'impegno in politica mi porta via un sacco di tempo e di energie, e tutto questo si ripercuote sul tempo da dedicare al blog. Ho voluto scrivere queste poche righe per ringraziare i molti amici che continuano a visitare il blog nonostante la mia latitanza. Appena la tesi sarà terminata (manca poco) metterò sul blog alcuni paragrafi che molti di voi troveranno sicuramente interessanti, visto il particolare settore che ho cercato di affrontare. Abbiate ancora un po' di pazienza e a presto!

martedì 1 marzo 2011

Protocollo Vitis Vinifera

Vite (Vitis vinifera L.) è una delle colture da frutto più coltivato nel mondo. Il classico miglioramento genetico delle cultivar, al fine di ottenere vini di alta qualità e  varietà di uva da tavola, con i metodi convenzionali di ibridazione, non sembra essere  un approccio pratico; pertanto sono stati proposti metodi non convenzionali. Un  prerequisito per sviluppare tali approcci per la vite, è la capacità di effettuare efficaci tecniche di rigenerazione "in  vitro. La micropropagazione rappresenta un efficiente metodo di rigenerazione delle piante e permette una rapida propagazione  attraverso l'organogenesi ed embriogenesi .  Ecco quindi di seguito un interessante protocollo per micropropagare la Vite adottato in Romania e testato dall'Universita di Bucarest.

Materiali e metodi  Piante: tagli ottenuti da vitigni con 10-15 anni di età,  appartenenti alle cultivar di uva "Soltanin" e "Sahebi" , poste in serra per registrare un allungamento di 10 cm  e i germogli sono stati utilizzati come fonti di espianto. I segmenti di germogli con gemme apicali e ascellari vengono  disinfettati per 15 minuti, agitando continuamente in candeggina al 5%, dopo di che le gemme  sono state sezionate per rimuovere tutte le foglie estranee ad eccezione del picciolo.

Morfogenetica e stabilizzazione: i germogli sono stati trasferiti al mezzo culturale di iniziazione, composto da:  

  • ·         30 g/L saccarosio,
  • ·          6 g/L agar,
  • ·         con quattro tipi di ormoni:
o   1mg/LBA (6-benzilaminopurina)],
o   1.5 mg/L BA,
o   1 m/gL IBA (acido indolo-3-butirrico)
o   1 mg/L TDZ (thidiazuron]

Dopo 3/4 settimane, per una migliore proliferazione, le colture sono state trasferite in terreni di coltura freschi per un ulteriore  allungamento dei germogli. Dopo di che si trasferiscono i germogli su di un substrato MS integrato con 1mg/L TDZ + 1.5mg/L GA3  (Acido gibberellico). Infine, i germogli sono stati tolti e trasferiti ai media radicamento. 

Fase radicazione: I germogli ottenuti dai terreni di coltura sono stati testati per la capacità radicazione. Per sradicare "in vitro" i germogli sono stati coltivati in terreno MS integrato con 0.5mg/L NAA (α - acido naftalene acetico).  Dopo di che le piantine sviluppatisi in vitro sono state acclimatate in ambiente controllato, in particolari condizioni di elevata umidità relativa. Infine le piantine sono state asportate e pretrattate con 1mg/L IBA, e poste direttamente  in vaso coperti con un telo di plastica per simulare l’effetto serra all'interno e con effetto di nebulizzazione per 4 settimane. In seguito, le piantine radicate sono state  trasferite in serra senza coperchio di plastica e senza sistema di nebulizzazione. 

Micropropagazione Vitis Vinifera 2

L’efficacia della sterilizzazione ha limitato notevolmente la fase di allestimento delle colture, infatti è apparsa fortemente dipendente dalla varietà, dal periodo del prelievo degli espianti in campo, dalla grandezza della gemma iniziale e dallo stato fitosanitario del materiale di partenza. Inoltre la percentuale di espianti inquinati è stata condizionata in maniera evidente dal lasso di tempo intercorso tra il prelievo in campo e la sterilizzazione (Tab 3A).


Dall’esperienza si deduce che il protocollo ideale richiederebbe che le gemme fossero sterilizzate e allestite nella stessa giornata del prelievo o al massimo entro 2-3 giorni. Inoltre, solo l’impiego della doppia sterilizzazione (NaOCl per 20’ seguito dal Na mertiolato per altri 20’) ha permesso di ottenere risultati soddisfacenti (Tab 3B). Il 79% delle gemme sterili ha iniziato a rigonfiarsi e ad allungare le prime foglioline.


Sono state osservate differenze nella risposta all’allestimento delle colture axeniche tra le cultivar, infatti mentre alcune di esse non hanno manifestato stress fisiologici particolari (Cesanese d’Affile, Procanico e Trebbiano Verde), nelle altre sono stati spesso osservati fenomeni di iperidricità o di ossidazione (Aleatico, Bellone e Ottonese).


Il terreno utilizzato per l’allestimento (Tab. 2 terreno b), si è dimostrato molto funzionale nelle prime due subculture (20-40 giorni), infatti non si sono mai verificati fenomeni di formazione di callo, cosa che invece avveniva lasciando le piantine su questo terreno per periodi più lunghi. Questo è in accordo con quanto sostenuto da molti vivaisti, che si sono dimostrati prudenti verso le piante micropropagate a causa delle possibili mutazioni imputabili principalmente all’impiego delle citochinine nel substrato di coltura. Dalle numerose prove sperimentali effettuate è emerso che effettivamente l’uso delle citochinine nel terreno favorisce la formazione di tessuto indifferenziato (callo) che è il precursore della formazione di germogli avventizi. Per evitare questo problema è stato studiato un nuovo sistema di propagazione in vitro nel quale non sono state utilizzate le citochinine, ma solo l’IBA (Tab. 2 terreno d), auxina normalmente impiegata anche nel taleaggio in vivo. Il sistema di moltiplicazione sperimentato, quindi, è stato quello del microtaleaggio (Fig. 2) che consiste nel fare semplicemente allungare la piantina e suddividerla poi in 3 o 4 parti. Inoltre questa tecnica permette di ottenere piantine già radicate con un conseguente risparmio economico e di tempo. Quindi ad una prima fase, molto rapida (30 giorni) di allestimento del materiale vegetale sul terreno con citochinine (Tab 2 terreno b) è seguita poi la vera e propria propagazione su terreno contenete solo auxina (Tab 2 terreno d) come fitormone. Questo ha permesso di allestire con successo le gemme, dal momento che i substrati contenenti IBA, da prove effettuate, risultano inefficaci nei primi stadi dell’accrescimento, indebolendo i germogli fino alla morte degli stessi.
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