mercoledì 27 aprile 2011

Micropropagazione della patata

In questi giorni oltre a preparare la tesi (dovrebbe essere rilegata per mercoledì prossimo) mi sono dedicato alla semina di alcune varietà extra-piccanti di peperoncini Habanero e Tabasco per rilassarmi in vista del 23 maggio. Oltre a questo ho avuto modo di riorganizzare il lavoro del blog e ho deciso di ripartire da dove eravamo rimasti: dalla micropropagazione della patata. Con questo articolo inizierà il percorso per riuscire a micropropagare le nostre prime piantine di patata in casa.



La patata (Solanum tuberosum L.), coltura d'impor­tanza mondiale, rappresenta un alimento essenziale nella dieta di una larga parte della popolazione del mondo. La produzione della patata è al quarto posto tra le maggiori colture alimentari. A differenza di altre colture di uso alimentare essa e propagata vege­tativamente e purtroppo, a causa di questo metodo di propagazione, risulta suscettibile a molte infezio­ni di origine virale, fungina e batterica. Sono cono­sciuti almeno 23 virus in grado di infettare la patata riducendone la qualità e la produttività. La propaga­zione della patata mediante materiale vegetale prove­niente da tuberi da consumo, causa la diffusione e la moltiplicazione di tuberi infetti. La produzione di tuberi seme privi di patogeni è una pratica ormai di routine che permette di mantenere un'adeguata pro­duttività (Miller e Lipschultz, 1984). Questo obietti­vo è raggiunto mediante la coltura di apici meriste­matici per l'ottenimento di tuberi seme denominati SPT (specific pathogen freetested), in cui cioè è stata verificata l'assenza di patogeni specifici (Cassels e Long, 1982). La micropropagazione è successiva­mente applicata per propagare clonalmente le plan­tule provenienti da coltura meristematica. Due tecniche di micropropagazione, molto sem­plici ma affidabili, possono essere applicate alla pata­ta. La prima tecnica, denominata coltura di nodi sin­goli o multipli, implica la produzione di germogli mediante coltivazione di nodi singoli o multipli (propaggine in vitro) posti orizzontalmente nel mezzo di coltura. Nella patata i segmenti nodali sono prelevati da colture di germogli STP provenienti a loro volta da apici meristematici allevati in vitro. E’ da puntualizzare che la patata non pub essere moltiplicata mediante il metodo della coltura di germogli (propa­gazione in vitro mediante successivi cicli di prolifera­zione di gemme ascellari). Infatti, nel caso specifico l'aggiunta di citochinine non induce proliferazione di gemme ascellari. Normalmente nella patata è pos­sibile, invece, ottenere rapidamente germogli privi di ramificazioni, allungati e composti di nodi multipli. Questi germogli (microtalee) o sono radicati ed accli­matati alle condizioni di pieno campo o sono suddi­visi in talee uninodali per iniziare nuove colture in vitro. Sebbene non sia il metodo più effi­ciente di micropropagazione, la coltura di nodi è il procedimento più affidabile per produrre in vitro piante dalle caratteristiche rispondenti alla pianta madre (true to type).La seconda e forse più affascinante tecnica di micro­propagazione implica la produzione di tuberi minia­turizzati (microtuberi) da germogli di patata allevati in vitro. Tale tecnica, oltre che essere un utile metodo di propagazione e conservazione di ger­moplasma dotato di caratteristiche di pregio, può essere adattata ai metodi commerciali di propagazio­ne automatizzata e agli impianti di meccanizzazione di pieno campo su larga scala (McCown e Joice, 1991). A seconda delle cultivar, lo sviluppo di microtuberi è favorito da condizioni di fotoperiodo corto e dall'aggiunta nel mezzo di coltura di una citochinina e di elevate dosi di saccarosio (Seabrook et al., 1993; Gopal et al., 1998).Se l'impianto e le successive fasi di sviluppo dei mi­crotuberi avvengono in condizioni ideali, la coltura ha un comportamento uguale a quella da tuberi seme (McCown e Wattimena, 1987).

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