Tra le tecniche di propagazione del carciofo
la coltura in vitro mira all’ottenimento di materiale esente da fitopatie, in
particolare funghi, batteri e virus e al raggiungimento di tassi di
moltiplicazione più elevati rispetto a quelli ottenibili con i metodi tradizionali.
La coltura in vitro viene condotta in condizioni asettiche e con l’impiego di
celle climatiche con parametri ambientali controllati: fotoperiodo di 16 ore di
luce e 8 di buio, illuminazione di 4000 lux e temperatura di 22 ± 1 °C. Il
materiale di partenza è costituito da apici vegetativi di carducci dai quali
viene prelevato l’apice meristematico, delle dimensioni di circa 0.5 mm. Le
dimensioni dell’espianto sono di notevole rilevanza ai fini del risanamento
poiché il successo della tecnica è basato sull’utilizzo di porzioni di
pianta dove la probabilità di presenza dei virus è minima. Gli apici
meristematici vengono posti in vitro e, attraverso una serie di passaggi su
substrati differenti per il tipo di ormoni, si arriva alla rigenerazione di piantine
complete.
Vantaggi: alti tassi di moltiplicazione di
piante virus esenti
Svantaggi: Le plantule risultano, nella fase
di accrescimento, più sensibili ad attacchi virali rispetto al materiale di
norma utilizzato per la propagazione. Inoltre, nelle cultivar precoci tale
importante caratteristica non viene più esaltata.
Nessun commento:
Posta un commento