Tramite passaggi di scala si può arrivare a colture cellulari vegetali in bioreattori industriali anche di decine di migliaia di litri. Non si tratta di un semplice aumento di volume, ma questo processo comporta la valutazione e l’ottimizzazione di molti parametri che in laboratorio possono essere trascurati. Infatti, anche su grande scala, l’accrescimento della biomassa e la produzione di metaboliti secondari dipendono dalle caratteristiche genetiche della specie coltivata, dal tipo di terreno e dalle condizioni di coltura, però sono implicati ulteriori fattori.
Diverse ricerche, negli ultimi anni, si sono orientate verso l’automazione della tecnica di micropropagazione mediante l’utilizzo di bioreattori che permettono una significativa riduzione dei costi e, in molti casi, favoriscono il processo propagativo. Propaguli vegetali possono quindi essere coltivati intensivamente in bioreattori al fine di produrre nuove piante per produzioni industriali su larga scala. Attualmente le specie vegetali che meglio rispondono a tale tecnica sono Stevia rebaudiana, Begonia, Chrysanthemum, mela, uva, ananas, aglio e Phalaenopsis.
Diverse ricerche, negli ultimi anni, si sono orientate verso l’automazione della tecnica di micropropagazione mediante l’utilizzo di bioreattori che permettono una significativa riduzione dei costi e, in molti casi, favoriscono il processo propagativo. Propaguli vegetali possono quindi essere coltivati intensivamente in bioreattori al fine di produrre nuove piante per produzioni industriali su larga scala. Attualmente le specie vegetali che meglio rispondono a tale tecnica sono Stevia rebaudiana, Begonia, Chrysanthemum, mela, uva, ananas, aglio e Phalaenopsis.
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