In questi giorni oltre a preparare la tesi (dovrebbe essere rilegata per mercoledì prossimo) mi sono dedicato alla semina di alcune varietà extra-piccanti di peperoncini Habanero e Tabasco per rilassarmi in vista del 23 maggio. Oltre a questo ho avuto modo di riorganizzare il lavoro del blog e ho deciso di ripartire da dove eravamo rimasti: dalla micropropagazione della patata. Con questo articolo inizierà il percorso per riuscire a micropropagare le nostre prime piantine di patata in casa.
La patata (Solanum tuberosum L.), coltura d'importanza mondiale, rappresenta un alimento essenziale nella dieta di una larga parte della popolazione del mondo. La produzione della patata è al quarto posto tra le maggiori colture alimentari. A differenza di altre colture di uso alimentare essa e propagata vegetativamente e purtroppo, a causa di questo metodo di propagazione, risulta suscettibile a molte infezioni di origine virale, fungina e batterica. Sono conosciuti almeno 23 virus in grado di infettare la patata riducendone la qualità e la produttività. La propagazione della patata mediante materiale vegetale proveniente da tuberi da consumo, causa la diffusione e la moltiplicazione di tuberi infetti. La produzione di tuberi seme privi di patogeni è una pratica ormai di routine che permette di mantenere un'adeguata produttività (Miller e Lipschultz, 1984). Questo obiettivo è raggiunto mediante la coltura di apici meristematici per l'ottenimento di tuberi seme denominati SPT (specific pathogen freetested), in cui cioè è stata verificata l'assenza di patogeni specifici (Cassels e Long, 1982). La micropropagazione è successivamente applicata per propagare clonalmente le plantule provenienti da coltura meristematica. Due tecniche di micropropagazione, molto semplici ma affidabili, possono essere applicate alla patata. La prima tecnica, denominata coltura di nodi singoli o multipli, implica la produzione di germogli mediante coltivazione di nodi singoli o multipli (propaggine in vitro) posti orizzontalmente nel mezzo di coltura. Nella patata i segmenti nodali sono prelevati da colture di germogli STP provenienti a loro volta da apici meristematici allevati in vitro. E’ da puntualizzare che la patata non pub essere moltiplicata mediante il metodo della coltura di germogli (propagazione in vitro mediante successivi cicli di proliferazione di gemme ascellari). Infatti, nel caso specifico l'aggiunta di citochinine non induce proliferazione di gemme ascellari. Normalmente nella patata è possibile, invece, ottenere rapidamente germogli privi di ramificazioni, allungati e composti di nodi multipli. Questi germogli (microtalee) o sono radicati ed acclimatati alle condizioni di pieno campo o sono suddivisi in talee uninodali per iniziare nuove colture in vitro. Sebbene non sia il metodo più efficiente di micropropagazione, la coltura di nodi è il procedimento più affidabile per produrre in vitro piante dalle caratteristiche rispondenti alla pianta madre (true to type).La seconda e forse più affascinante tecnica di micropropagazione implica la produzione di tuberi miniaturizzati (microtuberi) da germogli di patata allevati in vitro. Tale tecnica, oltre che essere un utile metodo di propagazione e conservazione di germoplasma dotato di caratteristiche di pregio, può essere adattata ai metodi commerciali di propagazione automatizzata e agli impianti di meccanizzazione di pieno campo su larga scala (McCown e Joice, 1991). A seconda delle cultivar, lo sviluppo di microtuberi è favorito da condizioni di fotoperiodo corto e dall'aggiunta nel mezzo di coltura di una citochinina e di elevate dosi di saccarosio (Seabrook et al., 1993; Gopal et al., 1998).Se l'impianto e le successive fasi di sviluppo dei microtuberi avvengono in condizioni ideali, la coltura ha un comportamento uguale a quella da tuberi seme (McCown e Wattimena, 1987).
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